Non so bene come cominciare questo articolo, le idee in testa sono tante e tutte molto confuse. Quindi comincio, non cominciando. Partiamo dalla fine, si, perché “Not An Exhibition” è terminata. E’ stato tutto così bello, interessante, coinvolgente, stimolante, riflessivo ed istruttivo. Ho pagine di firme di persone che sono passate ad osservare il mio lavoro, persone che si sono fermate a fare domande, a chiedere curiose, a cercare di capire e di mettersi in gioco. Persone che silenziosamente hanno capito e che hanno dato una loro interpretazione. “Not An Exhibition” è stata una sfida, grandissima, o come l’hanno definita alcuni “Una mostra Audace!”.
Cremona non è (e non è mai stata) luogo da mostre così, ma non vedo perché non provarci, non vedo perchè debba rimanere così. Cremona ha bisogno anche di questo. La paura prima di cominciare era tanta, mi sono confrontato parecchie volte, prima di aprire la mostra, con i miei fedelissimi, sapevo che era una pazzia; ma a volte l’audacia paga.
Mi sono ritrovato persone affamate di novità, impazienti di sapere, impazienti di conoscere e scoprire il mio stile particolare , che appunto molto spesso non si vede a Cremona. Certo, non può (e non deve) piacere a tutti, ma perché non continuare?
Trovo molto importante continuare ad abituare il pubblico alla varietà di stili ed argomenti, per tenerli vivi, curiosi. L’affluenza è stata discreta, per essere Cremona, un centinaio di persone (50 solo il primo week end), lo trovo un buon risultato, assolutamente migliorabile, ma di tutto rispetto. Ed appunto la risposta del pubblico è la cosa che mi ha sorpreso di più, vogliosi di novità, di passione, di colore.
Non spiegherò per filo e per segno in questo articolo la mostra, farò un articolo dedicato, ma essenzialmente era basata su provocazione ed ironia, con delle istallazioni temporanee ad accogliere lo spettatore. Qualcuno ha chiesto la spiegazione, qualcuno ha fatto da sé, ma alla fine, tutti sono usciti con la propria idea, il proprio pensiero, con la propria mostra, e questa è la cosa che conta di più!
Concludo lasciandovi una piccola gallery degli spazi e del mio faccione qua e là nella mostra, insomma, ero proprio contento di essere tornato a ciò che amo fare, a ciò che sono.